iLinux.it è pubblicato da un server Linux ma redatto con iWeb, un’applicazione della suite iLife di Apple per MacOSX.
L’assonanza di nomi, la molteplicità di prefissi i- sarebbero sufficienti a giustificarne l’uso, ma vogliamo motivare una scelta che è stata più istintiva che ponderata.
I primordi di iLinux sono stati segnati da una completa autarchia in termini redazionali e di sviluppo web. iphone app development . Forti delle nostre professionalità ed esperienze nel settore abbiamo abbozzato un motore PHP per il nostro portale di informazione tecnologica. Ma come quasi sempre ci accade nelle nostre attività non professionali l’abbozzo è rimasto tale, mancando la risorsa primaria: il tempo.
Il tempo è tiranno, è risaputo, soprattutto quando iLinux non è la nostra attività principale, ma il nostro contributi indipendente e disinteressato alla divulgazione informatica segnatamente ad argomenti correlati al mondo Linux e MacOSX.
Nel ritrovare argomenti e stimoli per tornare a costruire il nostro portale di informazione ci siamo accorti che il restyling non poteva transitare di nuovo nelle nostre mani, sempre impegnati a digitare qualcosa d’altro per altri.
Eccezion fatta per la pagina di notifica lavori di manutenzione al sito (piccola script PHP per realizzare un contatore dei giorni trascorsi da inizio lavori) ci siamo ripromessi di non iniziare alcuna attività di sviluppo web, e di affidarci pertanto a qualcosa di esistente.
E’ vero potevamo scegliere gratuiti motori per content-management o per semplici blog, con tecnologia perl, php, java o qualunque altra web-diavoleria. Ma anche ricercare, testare e configurare questi strumenti avrebbe portato via tempo a quello che era più importante: aggiornare il sito dedicandoci ai contenuti.
La stella di riferimento era comunque “stile”: volevamo farlo con stile.
Una cosa è universalmente riconosciuta: Apple da sempre + garanzia di stile. La cura dei dettagli formali è per Apple una delle caratteristiche diciamo “storiche”.
Profittando del fatto che entrambi possediamo un Macintosh (oltre a macchine Linux), ed in particolare del fatto che Giampa ne ha uno portatile, dunque utile nelle “trasferta”; abbiamo pensato di cercare in questi una soluzione.
Data anche la precedente esperienza con il siti di “l’Alberone”, Giampa ha proposto iWeb.
Semplice, elegante, produttivo. Quello che ci serviva.
Tutto quello di cui ci dovevamo preoccupare era produrre i contenuti redazionali. E questo è quello che dal nuovo inizio facciamo, incuranti delle necessità tecniche per la resa su web di quanto andiamo scrivendo tra fantasticherie, sogni, piccole realtà e poche certezze.
Finalmente tranquilli possiamo ora semplicemente scrivere.
Ma noi si scrive in due e non sempre “a quattro mani”: come conciliare la natura prettamente “personal” di iWeb con esigenze di collaborazione, condivisione, team-working?
Tranquilli. Si può fare. Vediamo come abbiamo trovato il modo.
Si vociferava di strumenti software per la manipolazione dei “domini iWeb”; ma noi siamo andati oltre e abbiamo scartato questa ipotesi.
Ci siamo chiesti cosa ci facessero documenti con dati utente nella cartella /Users/utente/Library/Application Support/iWeb. publics storage oakville . Questa collocazione non è normale. I documenti utente devono essere più prossimi al desktop, in cartelle come Documenti, Musica, Immagini, ecc.
Questa collocazione in vero ci ricorda alcuni default propri di applicazioni dimostrative costruite con XCode per l’uso delle tecnologie di persistenza. Abbiamo indagato.
Ne è risultato che quel percorso è dedicato a quello che iWeb considera il “dominio” (o domini, se parliamo di iWeb 2.0) in assenza di altre specifiche (default).
Cosa significa? iWeb non ha comandi a menu come “Nuovo Dominio”, “Apri Dominio”, “Salva Dominio con nome” relativamente all’oggetto dominio: non sembra una applicazione “document-based”.
Eppure quella allusione a qualcosa d’altro implicata nel termine “default” ci faceva credere che, benché incompleta nell’interfaccia, iWeb fosse una applicazione basata su un documento, o al più su una libreria selezionabile (come iTunes, iPhoto).
Così è partito un semplice esperimento: innanzitutto abbiamo eseguito una copia di sicurezza del pacchetto “Domain” contenuto nella cartella iWeb. Questo in realtà è una cartella con estensione “.sites2” (dal punto di vista BSD) e nella copia non ha perso caratteristiche, ivi compresa l’anteprima del dominio nell’icona del pacchetto.
Poi un semplice doppio click sulla icona della copia.
Incredibilmente (per la verità poco, in realtà diremmo logicamente) iWeb si apre sul dominio indicato dal doppio click. Come verificare la veridicità di questa affermazione?
Ancora più semplice: si è operata una banale modifica nel dominio appena aperto, si è salvato, chiuso iWeb e riaperto con doppio click su dominio originale. Non apparendo la modifica abbiamo pensato che eravamo sulla strada giusta, e per confermarlo abbiamo chiuso iWeb e riaperto questa volta con un doppio click sul dominio copia modificato, ritrovando correttamente la modifica. Ecco la conferma di quanto ipotizzato: iWeb lavora su documenti indipendenti quali contenitori di domini differenti.
E’ dunque una applicazione basata su un documento o meglio su una libreria (il pacchetto “.sites2”), e similmente a iPhoto, riattivandolo dal dock apre l’ultima libreria utilizzata.
Di qui l’altra scelta-intuizione per uno sviluppo collaborativo: collocare il documento di dominio nella posizione /Users/Shared in modo che con utente si possa condividere il documento da remoto, anche (via SSH) da macchine Linux, almeno per backup e pubblicazione.
Questa organizzazione fa il suo lavoro in modo semplice ma efficace da un po’ di tempo. Chiaramente si hanno dei limiti: le modifiche devono essere intese per-dominio e non per-pagina, quindi solo uno di noi potrà aprire e modificare il documento dominio con una istanza di iWeb. Ma il lavoro di edizione e pubblicazione è un lavoro per sua natura non condiviso, quindi diligentemente e ordinatamente facciamo questo in maniera mutualmente esclusiva: o io o Giampa.
Attualmente la maggior parte delle edizioni e la quasi totalità delle pubblicazioni sono avvenute dal PowerBook di Giampa; ma alcuni lavori di edizione li ho eseguiti su una copia del dominio sul mio iMac.
Insomma la collaborazione è possibile, lo stile è Apple, tutto il resto è farina del nostro sacco: sarà un bene? Confidiamo nella clemenza dei lettori.
E Linux ?
Per ora i nostri server Linux fanno backup per i nostri documenti, qualche editing grafico con TheGimp ed estenuanti ricerche web alla ricerca di fonti (grafiche e non solo). Ah dimenticavo! Sono anche i primi “lettori” del portale, in quanto ci teniamo che possa essere perfettamente fruibile da macchine Linux + Firefox (o altrimenti).
E’ un peccato che non esista uno strumento come iWeb di natura OpenSource, subordinatamente multi-piattaforma: avremmo potuto parlare di collaborazione Linux-Mac anche nella redazione di iLinux e non solo per gli argomenti trattati.
In ogni caso chi ha di più offra ed in questo caso prendiamo da Mac, e con piacere, senza complessi o sensi di colpa per un presunto tradimenti di Linux che non è nei fatti.